Senza una sufficiente vita all'aria aperta, soprattutto d'estate, incombe il rischio di rachitismo per i bambini. Esisterebbe anche una correlazione tra un ridotto apporto di vitamina D e alcuni tumori come il cancro del seno, della prostata e del colon
Gli integratori, che sempre più spesso vengono dati anche in età pediatrica, servono a ben poco se non accompagnati da uno stile di vita attivo, all'aria aperta, specialmente d'estate.
Tra gli elementi più utili ai bambini c'è certamente la vitamina D, che i bambini assumono specialmente bevendo latte. Si tratta di una vitamina essenziale per il corretto sviluppo di denti e ossa ma anche per l'assorbimento intestinale di calcio e fosforo. Il latte non è però sufficiente.
Sono pochi gli alimenti che contengono quantità apprezzabili di vitamina D. A parte l’olio di fegato di merluzzo, che ne è molto ricco, soltanto i pesci grassi, come l’aringa, il tonno, il salmone e in misura minore le uova, ne contengono quantità significative dal punto di vista nutrizionale. Si tratta, però, di alimenti che non sono consumati con grande frequenza nella dieta mediterranea.
Una carenza di vitamina D, nei bambini, può portare al rachitismo, patologia causata da un difetto di ossificazione delle ossa in formazione. I sintomi più frequenti del rachitismo sono: pallore, difficoltà ad alzarsi in piedi ed affaticamento, nonché una elevata frequenza ad ammalarsi diraffreddori ed influenze. Inoltre, la deformazione della cassa toracica tipica del rachitismo rende la respirazione difficile e può causare bronchite e broncopolmonite.
E' quindi fondamentale la dieta ma anche il gioco all'aria aperta. Non è un caso che la cura prevista per il rachitismo consista nell’assunzione di integratori di vitamina D, ma anche l’esposizione ai raggi ultravioletti o la semplice elioterapia.
Sono, infatti, le radiazioni ultraviolette (in particolare i raggi UVB) presenti nella luce solare ad indurre la pelle ad attivare la vitamina D.
Il fabbisogno quotidiano di vitamina D varia a seconda dell’età:
- 400 UI (= 0,025 mcg) dalla nascita fino al primo anno di età
- 600 UI dal primo anno di vita in poi. Questo apporto può aumentare se i bambini non vengono esposti al sole
- 1000-1500 UI per gli adulti sani
- 2300 UI per gli anziani
La vitamina D non fa infatti bene solo ai più piccoli.
Esisterebbe una correlazione tra un ridotto apporto di vitamina D e alcuni tumori come il cancro del seno, della prostata e del colon oltre che una maggior predisposizione alle malattie autoimmuni. È quello che diversi studi epidemiologici suggerirebbero. Il motivo deriverebbe dal fatto che i recettori per la vitamina D sono presenti sia sui linfociti T, sia sui macrofagi, cellule fondamentali per il nostro sistema immunitario.
Oltre a una dieta ricca di vitamina D tutti dovrebbero quindi fare quotidianamente una passeggiata al sole affinché la vitamina D si attivi. Circa 10-15 minuti al giorno d’estate e 20-30 minuti in inverno tra le ore 11 e le 15 quando i raggi ultravioletti sono più attivi.
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