Dopo i recenti divieti negli Stati Uniti e in Inghilterra, anche l'Italia interviene per limitare la tintarella artificiale con un decreto legislativo che vieta i raggi UV a chi ha meno di18 anni.
Anche l'Italia si prepara a disciplinare per legge il settore dei centri per la tintarella artificiale. Dopo Stati Uniti e Inghilterra, anche nel nostro paese arriverà presto il divieto delle lampade abbronzanti per i minori di 18 anni.
I lettini e i solarium con raggi ultravioletti utilizzati per dorare artificialmente il corpo dovranno possedere specifiche caratteristiche di sicurezza. Le nuove regole saranno contenute in una delle schede tecnico-informative allegate al regolamento predisposto dai ministeri della Salute e dello Sviluppo economico (che ha già firmato il provvedimento, mentre si attende la controfirma del ministro Ferruccio Fazio). Più che di regole, in realtà, si tratta di indicazioni, dal momento che il decreto non prevede sanzioni per chi non le rispetta.
Nel capitolo su «modalità di esercizio e di applicazione» vengono indicati una serie di divieti. L’irradiazione di raggi ultravioletti non potrà essere somministrata, oltre che ai minorenni, a donne in stato di gravidanza, a persone che soffrono o hanno sofferto di neoplasie acute e a persone che non si abbronzano o che si scottano facilmente al sole.
Il decreto è rivolto ai centri estetici (è infatti il regolamento attuativo della legge 1/90, atteso da ben 21 anni) ed elenca, tra l’altro, le attrezzature che possono essere adoperate nei centri. Banditi gli apparecchi anti cellulite (tecnica della cavitazione 1) e per il foto ringiovanimento a luce pulsata, mentre sono ammessi luce pulsata e laser per la depilazione.
Di tutte queste precauzioni e indicazioni, allo stato attuale, difficilmente si fa menzione nei centri solari o estetici, in palestre e beauty farm. Lo dimostra una recente inchiesta di Altroconsumo, che ha visitato "anonimamente" 50 centri abbronzanti in 8 grandi città italiane (Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma, Palermo, Torino, Venezia), con l'aiuto di giovani collaboratrici rigorosamente non abbronzate e di carnagione chiara.
Le finte "clienti" hanno verificato il comportamento, le informazioni e i consigli forniti dal personale che lavorava nei solarium, e il risultato non è stato positivo: pochissimi chiedono alla cliente se sta assumendo farmaci, se prende la pillola, se utilizza cosmetici; quasi nessuno si informa sul grado di sensibilità della pelle al sole, solo la metà fornisce gli occhialini indispensabili per proteggere gli occhi dai raggi, troppo pochi sconsigliano l’uso delle lampade ai minori.
Articolo La Repubblica 6 Maggio 2011
http://www.sun-service.org/files/Artrep18anni.pdf