Il rachitismo compare perché l’osso per mantenere la sua struttura rigida e forte, ha bisogno di rimodulare continuamente la composizione minerale e per mantenersi sano deve avere a disposizione adeguate quantità di calcio e di vitamina D.
I minerali più importanti nel processo di ossificazione sono: il calcio ed il fosforo a questi si aggiungono l’ossigeno e l’idrogeno, i materiali si ricompongono in cristalli ben organizzati garantendo così la struttura ben solida del tessuto osseo. La vitamina D assolve il compito più importante, ovvero, quello di fissare il calcio e renderlo stabile. Alcune volte può capitare che l’organismo vada in carenza sia di calcio che di vitamina D in contemporanea, ebbene, quando questo accade, sono necessari non più di un paio di mesi, per veder comparire i primi segni di rachitismo. A mostrare le deformità ossee tipiche sono soprattutto i bambini nati prematuri o nati da madri già in carenza di vitamina D durante la gravidanza. Generalmente il rachitismo si manifesta verso la fine del primo anno del bambino con difficoltà a camminare, infatti, iniziano a camminare o a star seduti più tardi del normale.
Il quadro più importante del rachitismo è rappresentato dalla carenza di calcio, soprattutto nei bambini sotto i 6 mesi di vita. L’ipocalcemia alcune volte è il primo sintomo mentre i segni radiologici fanno la loro comparsa più tardi. Altre volte sono le convulsioni o il laringospasmo, a lanciare il primo segnale, oppure può essere una cardiomiopatia, un’ipotonia muscolare con conseguente aggravamento della situazione motoria. I piccoli affetti da rachitismo non solo iniziano a camminare più tardi ma le deformazioni del torace possono ostacolare la respirazione, favorendo lo sviluppo di bronchiti e broncopolmoniti ricorrenti. Se il problema è ben evidente, l’unica cosa da fare è la somministrazione di vitamina D al dosaggio di 1.600 UI al giorno per circa un mese ma la vera terapia è la prevenzione. La mamma in attesa dovrebbe assumere regolarmente una buona quantità di provitamina D e esporsi all’irradiazione solare UVB almeno 15 minuti tutti i giorni con gambe e braccia scoperte. E’ il potere delle radiazioni ultraviolette sulla pelle a consentire la trasformazione della provitamina D in vitamina.
fonte Tiscali:
http://lifestyle.tiscali.it/mamma_bimbo/feeds/13/04/15/t_54_20130415_news_00120.html