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Articoli informativi

La Vitamina D aiuta il cuore
Mangiare più pesce (tonno, salmone e aringhe) fa bene al cuore. Meglio, un apporto costante di vitamina D è una buona garanzia di salute per il muscolo cardiaco. Lo dice uno studio dell’Università Statale di Milano appena pubblicato sulla rivista Nutrition, Metabolism &Cardiovascular Diseases.
Tintarella intelligente
Sì all'esposizone ai raggi uv ma nel rispetto del buon senso e dell'intelligenza. L'abbronzatura presa senza adeguate precauzioni può rappresentare un pericolo per la pelle. E' importante perciò valutare attentamente gli inconvenienti che un'esposizione prolungata ai raggi UV può arrecare alla salute: trattando bene la nostra pelle si otterrà un'abbronzatura intelligente, più duratura, priva di antipatici effetti collaterali e, soprattutto, sicura e benefica.
Il ruolo fondamentale del sole nel metabolismo della vitamina D
Senza una sufficiente vita all'aria aperta, soprattutto d'estate, incombe il rischio di rachitismo per i bambini. Esisterebbe anche una correlazione tra un ridotto apporto di vitamina D e alcuni tumori come il cancro del seno, della prostata e del colon
L'osteoporosi si previene con l'abbronzatura

La malattia delle ossa che colpisce principalmente le donne si può combattere grazie alla luce solare, che stimola la produzione di vitamina D.

L'osteoporosi è una malattia che colpisce circa l'80% delle donne over 65 anni ed è proprio di fronte a dati allarmanti come questo che i programmi di prevenzione cercano di informare il più possibile, istituendo la Giornata mondiale dell'osteoporosi durante la quale si forniscono tutte le informazioni più utili: cruciale per questa malattia è la vitamina D, che aiuta il corretto assorbimento del calcio per denti e ossa.

Il professor Giancarlo Isaia, presidente della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS), ha rivelato:

"L’osteoporosi è una malattia che in Italia colpisce 4,5 milioni di persone e va quindi trattata come una patologia di priorità sanitaria e sociale. Facendo cultura su questo tema, risultano alti i benefici attesi in termini di qualità di vita dei pazienti e di costi sociali sensibilmente abbattuti. Il percorso di prevenzione è articolato ma uno stile di vita corretto, con attività fisica all’aria aperta, alimentazione equilibrata ed esposizione al sole è sicuramente un buon punto di partenza"

Tra i principali fattori che aiutano la vitamina D a "fissarsi" per la corretta calcificazione di denti e ossa c'è infatti la luce solare: grazie all'esposizione al sole, infatti, il deidrocolesterolo presente sulla nostra pelle si trasforma in colecalciferolo, ovvero la vitamina D3 che è la tipoligia di vitamina D presente nei mammiferi.

Per questo gli esperti SIOMMMS consigliano di esporsi al sole per almeno 15-20 minuti al giorno, facendo attenzione a proteggere correttamente la pelle.

L’estate è il periodo dell’anno in cui c’è più luce e durante le vacanze è più facile prendere il sole, stimolando quindi la sintesi di Vitamina D. Esponendosi ai raggi solari per 20 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana, scoprendo almeno le braccia, il viso e le gambe e assumendo alimenti come olio di fegato di merluzzo (10.000 UI per 100 gr.), sgombro sotto sale (1.006 UI per 100 gr.), anguilla (932) e salmone affumicato (685) è possibile ottenere una riduzione sensibile del rischio di fratture dato dalla fragilità ossea.

Gli integratori di vitamina D sono utili soltanto in caso di conclamata carenza di questa vitamina, altrimenti è bene evitare di consumarli.

fonte:

http://www.benessereblog.it/post/113514/losteoporosi-si-previene-con-labbronzatura

Esporre parti del corpo ai raggi UV rimedia la carenza di vitamina D

L’Italia è il Paese del sole, ma non della vitamina D. Parola di esperti che sottolineano come nel Belpaese, e in altre zone del bacino Mediterraneo, la carenza di questo ormone essenziale per la salute delle ossa sia praticamente endemica: interessa fino all’86-90% degli ‘over 70′ e fino al 10% dei giovani adulti. Eppure basterebbe poco per migliorare la situazione, anche con una seduta abbronzante a settimana da 10 a massimo 20 minuti di esposizione a seconda del proprio fototipo con macchine a norma. Il ruolo della vitamina D è uno dei temi ‘caldi’ al centro del terzo Congresso ‘Clinical Update in endocrinologia e metabolismo’ (Cuem), in partenza domani all’università degli Studi di Brescia, sotto l’egida della Società italiana di endocrinologia e con il patrocinio del Cnr e dell’Istituto superiore di sanità. Durante il meeting presieduto da Andrea Giustina, direttore della Cattedra di Endocrinologia nell’ateneo di Brescia, centro di riferimento a livello nazionale in questo campo, gli scienziati sottolineeranno l’importanza di “raccomandare uno stile di vita che preveda un’esposizione regolare ai raggi del sole, ricordando che la quantità di irradiazione necessaria alla sintesi di vitamina D è di molto inferiore a quella necessaria a stimolare l’abbronzatura”. Durante l’esposizione solare nei mesi più caldi, l’organismo fa ‘scorta’ di vitamina D che viene usata anche nei mesi invernali. Ma non sempre basta, soprattutto perché la capacità della cute di produrla si riduce progressivamente con l’età.